Il soldato in questione è il
centurione Gaio
Cassio Longino, il
quale, per assicurarsi la morte di Gesù Cristo,
ne trafisse il costato e vide che ne fuoriuscirono sia acqua che sangue (sangue
raggrumato, tipico dei cadaveri e siero, la cui divisione avviene nel caso
di un emotorace, vale a dire di un’entrata di sangue nella cavità
polmonare e in quelle del cuore). Si pensa anche che sia stato lo stesso Longino,
vedendo gli eventi incredibili che la morte del Cristo aveva suscitato, ad
affermare: “Questi è davvero il figlio di Dio”. La leggenda
vuole che il centurione fosse malato agli occhi e che il sangue del Cristo,
zampillante dalla ferita al costato, l’avesse guarito; accaduto ciò,
pose un po’ del sangue di Cristo in un’ampollina e lo portò
via con sé a Mantova, dove fu martirizzato; tant’è vero
che nel duomo di Mantova vi è un’ampolla contenente il “preziosissimo
sangue del Cristo”. Comunque sia la sua lancia, che deturpò il
corpo ormai morto di Gesù, fu considerata una reliquia a causa del
contatto col sangue del Salvatore, di conseguenza un suo eventuale possesso
avrebbe comportato un grande prestigio e grande forza al suo detentore.
continua a leggere
LETTO CON INTERESSE
RispondiEliminaSALVATORE SICA